28 ottobre 1922: la marcia che calpestò la libertà
Aggiornamento: 24 ott 2022
di Luca Rolandi
Cento anni sono un tempo eterno e nella contemporaneità del post moderno ancora di più. Per questo è difficile oggi al netto della storiografia sterminata sul fascismo, le sue origini e la marcia su Roma, realizzare in poche righe qualcosa su ciò che accadde tra il 28 e il 30 ottobre 1922. Ricorda l’autorevole storico Emilio Gentile «Maestà, la presunta marcia su Roma è tramontata». Con questo telegramma al re nell’ottobre di un secolo fa il presidente del consiglio Luigi Facta liquidava, come fosse fallito o addirittura mai avvenuto, l’evento che avrebbe dato inizio alla demolizione delle istituzioni democratiche.
La sottovalutazione degli avversari politici
Se tanta cecità lascia interdetti, il guaio vero è che Facta non fu il solo miope, anzi. All’indomani dell’adunata dei fascisti a Napoli (24 ottobre 1922), prova generale di quanto avverrà poche ore dopo a Roma, “L’Ordine Nuovo” fondato da Antonio Gramsci ben lungi dall’allarmarsi minimizzava e sbeffeggiava: “Dopo la carnevalata napoletana, avvenuta nel paese di Pulcinella, è ormai evidente che il fascismo è in via di disgregazione”. “Tanto è solo una lite tra borghesi, a noi non interessa”, confermavano i capi del socialismo massimalista e del comunismo partendo per Mosca verso la III Internazionale. Tuttavia ricercare è fondamento di libertà e democrazia è a un secolo dalla «marcia su Roma» ripercorrere, sul piano storico, un evento centrale, anche se non inevitabile, della storia italiana e del lungo Novecento, è un imperativo categorico.
Con la marcia su Roma ebbero inizio il «funesto ventennio fascista» e lo Stato totalitario. Ciò non avvenne per una deterministica necessità storica, ma per responsabilità morali e politiche precise. Innanzitutto, per l’incapacità (ma anche l’opportunismo) della classe politica di allora di gestire la crisi politica e sociale di quegli anni agitati. La presa del potere da parte di Benito Mussolini nell’ottobre 1922 avvenne per vie «semilegali», in quanto la prospettiva insurrezionale fu «subita» passivamente dallo Stato e immediatamente dopo «legalizzata» con l’incarico dato dal re a Mussolini di formare un nuovo governo. Così Vittorio Emanuele III tentò di far rientrare nell’ambito della legalità, ormai violata, ciò che agli occhi di molti democratici rappresentava un atto di forza contro le istituzioni dello Stato.
Insomma, la «marcia su Roma» fu una sorta di «gioco politico d’azzardo» con posta altissima, che obbligò i rappresentanti dei vertici dello Stato ad accettare, sia per debolezza sia per indecisione, il ricatto fascista, e in ogni caso ad assecondarne la spregiudicata politica dei fatti compiuti. Mussolini e i gerarchi fascisti, in realtà, con quest’inedito atto di forza intendevano capitalizzare nell’immediato i vantaggi del loro biennale impegno – attraverso l’uso della violenza squadrista, dell’intimidazione e del ricatto – nella difesa dell’ordine pubblico contro socialisti e comunisti, ritenuti i veri responsabili dei recenti disordini, e sostituirsi materialmente al debole governo in carica.
L'impegno didattico della Fondazione Donat-Cattin
Questa la storia che è stata ed è ancora fino al 31 ottobre oggetto di un progetto integrato promosso dal Polo del ‘900 con capofila la Fondazione Carlo Donat-Cattin: “100: 1922 – 2022: Dalla Marcia su Roma alla crisi delle democrazie”. In svolgimento a Torino, è stato inaugurato dall'ex direttore de La Repubblica Ezio Mauro con una lectio intitolata “22, l’ultimo anno di libertà”. Il progetto patrocinato dal Ministero della Cultura, dal Consiglio Regionale del Piemonte – Comitato Resistenza e Costituzione, dal Comune di Torino e dall’Università degli studi di Torino, propone una serie di eventi ed iniziative, divisi in tre sezioni (Edu Stories, Cinematografo e Conferenze) per riflettere sul “Ventennio” e ha il pregio di aprirsi con uno sguardo attento e critico sull’attualità. Tutti gli eventi si svolgeranno al Polo del ’900, sette talk con importanti storici nella fascia oraria pomeridiana e cineforum per le scuole.
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